Università: Istituito il premio “Giulio Regeni” per promuovere attività di ricerca

Per onorare la memoria di Giulio Regeni, il giovane dottorando dell’Università di Cambridge barbaramente ucciso in Egitto nel 2016, dove stava svolgendo la sua attività di ricerca, il Miur ha istituito cinque riconoscimenti. I premi saranno conferiti ogni anno il 15 gennaio, in occasione della data di nascita del giovane ricercatore.

L’obiettivo è promuovere le attività di studio e ricerca nelle scienze umane e sociali. I premi intendono valorizzare la competenza e la qualità degli studenti universitari e dei giovani ricercatori, che sono tanti, e non solo italiani, che continuano a viaggiare nel mondo, spesso in zone difficili e complicate, spinti dalla curiosità e dalla passione per la ricerca. I premi andranno alle tesi di laurea magistrale e di dottorato dedicate al tema dell’attuazione concreta della tutela dei + Dei cinque riconoscimenti saranno assegnati tre per le tesi di laurea magistrale e due per le tesi di dottorato. A valutare i lavori sarà una Commissione nazionale nominata dal Ministro, di cui faranno parte i genitori di Giulio Regeni, Paola Deffendi e Claudio Regeni, e la legale della famiglia, Alessandra Ballerini.

 

Shoah, 100 studenti al Viaggio della Memoria con il Ministro dell’Istruzione

”Conoscere la storia è essenziale per costruire un futuro di pace”, quanto dichiarato dal Ministro dell’IstruzioneLucia Azzolina, che insieme a cento studenti e ai loro docenti ha avuto l’opportunità di ripercorrere, attraverso il Viaggio della Memoria, la storia nei luoghi in cui è stata vissuta, di ascoltare le testimonianze dei superstiti, di riflettere sul passato.

Le scuole che hanno partecipato al Viaggio sono state selezionate a livello nazionale per i progetti didattici realizzati sul tema della Shoah.

Con la guida dello storico Marcello Pezzetti, i ragazzi hanno avuto l’opportunità di visitare il campo di Auschwitz-Birkenau, l’ex ghetto nazista nel quartiere Podgorze, l’antico quartiere di Kazimierz e la Sinagoga Tempel. All’interno della Sinagoga è stata firmata la Carta d’Intenti tra il Ministero dell’Istruzione, l’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane, il Consiglio Superiore della Magistratura e l’UNAR (l’Ufficio Nazionale Antidiscriminazioni Razziali) del Dipartimento per le Pari Opportunità della Presidenza del Consiglio dei Ministri. L’Accordo mira a promuovere attività di sensibilizzazione, formazione e studio tra gli studenti delle scuole di ogni ordine e grado per il contrasto a ogni forma di discriminazione e di violenza.

Scuola, presentato al MIUR il Piano di intervento per la riduzione dei divari territoriali di istruzione

Per ridurre i divari territoriali tra Nord e Sud e migliorare i risultati negli apprendimenti degli studenti è stato presentato un Piano di intervento organico e strutturale rivolto alle scuole in difficoltà delle Regioni Calabria, Campania, Puglia, Sardegna e Sicilia. A presentarlo al Ministero dell’Istruzione, la Vice Ministra Anna AscaniFrancesco Profumo, Presidente dell’Associazione di Fondazioni e Casse di risparmio (ACRI), e Roberto Ricci, Dirigente di ricerca dell’Istituto nazionale per la valutazione del sistema educativo di istruzione e di formazione (INVALSI).

L’INVALSI fotografa ogni anno i traguardi raggiunti dalle scuole in determinati anni di corso e al termine dei due cicli di istruzione. Le prove non valutano in termini ‘punitivi’ gli alunni, sono piuttosto uno strumento di valutazione del sistema di istruzione. La scuola non può e non deve essere lasciata da sola a fronteggiare divari territoriali e dispersione scolastica che dipendono da una serie di concause. E’ opportuno, quindi, impegnarsi per ridurre in maniera strutturale gli ostacoli all’effettiva creazione di pari opportunità nel nostro Paese.

Il piano parte da un’analisi, svolta dal Ministero dell’Istruzione con la collaborazione dell’INVALSI e integrata con i dati a disposizione degli Enti territoriali, sulle difficoltà di apprendimento degli studenti.

Con il Piano di intervento per la riduzione dei divari territoriali in istruzione si promuove un’alleanza tra le scuole e le forze più vive del territorio, Enti Locali, Associazioni del Terzo Settore, Fondazioni di comunità, Parti Sociali, che può favorire il successo scolastico dei ragazzi più difficili per consentire loro di affrontare con maggiore sicurezza la vita adulta e la transizione al lavoro. Questo quanto dichiarato da Francesco Profumo, Presidente dell’Associazione di Fondazioni e Casse di risparmio. (ACRI)

Gli interventi nasceranno dalla stretta collaborazione tra gli Uffici Scolastici Regionali (USR), gli Enti territoriali e gli Enti di ricerca (INVALSI, INDIRE). Le istituzioni scolastiche potranno rifarsi, in autonomia e con piena intraprendenza, ad un Repertorio di interventi, per coniugare al meglio le misure da realizzare in relazione al contesto e alle risorse professionali, strutturali ed economiche.

La Presidente dell’INVALSI, Anna Maria Ajello, garantisce la disponibilità di un supporto metodologico e scientifico al Piano e alle iniziative che ne scaturiranno, per riconoscere capillarmente le situazioni di difficoltà e approfondirne le ragioni.

Al via ‘patto’ Ministero Istruzione-Dipartimento Pari Opportunità e Famiglia-Comuni (ANCI) per contrastare la dispersione scolastica e garantire il diritto allo studio

L’obiettivo del Protocollo di Intesa, siglato al Ministero dell’Istruzione fra la Ministra Lucia Azzolina, la Ministra per le Pari Opportunità e la Famiglia, Elena Bonetti, il Presidente dell’Associazione Nazionale dei Comuni Italiani (ANCI), Antonio Decaro, è quello di garantire il diritto allo studio e le pari opportunità, così come previsto dalla Costituzione, a tutti gli studenti, in qualunque parte d’Italia si trovino. Lo scopo è quello di contrastare al meglio, unendo le forze e coordinando risorse economiche e progettualità già in campo, la dispersione scolastica.

La Ministra Azzolina ha dichiarato di voler scendere in campo ogni volta che, magari per questioni burocratiche o solo perché i tavoli di lavoro non camminano abbastanza veloci, il diritto allo studio dei ragazzi non venga rispettato a pieno o i progetti che devono partire a beneficio degli studenti rischiano di restare in un cassetto. ‘‘Oggi’’ – aggiunge Azzolina – ‘‘nasce una task force nazionale che mette al centro i diritti degli studenti. Saremo al loro fianco e al fianco delle scuole.’’

Investire nell’educazione garantendo pari opportunità e mettendo al centro la persona con i suoi talenti è cruciale per liberare il protagonismo dei giovani e formare cittadini più consapevoli e maturi. Il Protocollo d’intesa è un’occasione preziosa nel cammino di costruzione di quell’alleanza educativa tra generi e generazioni, tra famiglie e società civile, di cui il Paese ha bisogno per ripartire. ‘‘Sono i cittadini di oggi, chiamati a dare un contributo di responsabilità nel costruire una comunità nazionale inclusiva e più giusta”, dichiara la Ministra per le Pari Opportunità e la Famiglia, Elena Bonetti.

I Comuni avranno l’opportunità di lavorare con il Ministero dell’Istruzione e il Dipartimento per le Pari Opportunità e la Famiglia per contrastare la dispersione scolastica e promuovere il diritto allo studio. ‘‘Attraverso la rete delle 8.000 amministrazioni comunali del nostro Paese potremo lavorare affinché il diritto allo studio sia assicurato in maniera omogenea su tutto il territorio nazionale, nelle realtà più grandi come in quelle più piccole’’, ha sottolineato Antonio Decaro, Presidente dell’ANCI .

Scuola, inserimento dei diplomati nel mondo del lavoro: Istituti professionali in testa.

Circa il 60% degli studenti provenienti dagli Istituti professionali italiani risulta occupato nei due anni successivi al conseguimento del titolo di studio. È quanto emerge dalle anticipazioni dei dati sull’inserimento dei diplomati nel mondo del lavoro, relativamente agli anni scolastici 2013/2014, 2014/2015 e 2015/2016. Anticipazioni che riguardano 1.317.700 diplomati negli anni in questione.

Occupabilità dei diplomati
Sul totale dei diplomati per ogni anno scolastico, circa il 37% ha attivato almeno un contratto di lavoro nei due anni successivi al conseguimento del diploma. Osservando i diplomati per percorso di studi, circa il 60% degli studenti di indirizzi Professionali ha attivato un contratto, a fronte di circa il 50% dei diplomati degli indirizzi Tecnici e di circa il 22% dei diplomati nei Licei.
Il tipo di contratto maggiormente utilizzato è quello a tempo determinato: 48,9% nel 2013/2014; 49,6% nel 2014/2015; 49,4% nel 2015/2016. Prevale largamente il settore occupazionale dei Servizi (75,4% nel 2013/2014; 76,2% nel 2014/2015; 76% nel 2015/2016), seguito da Industria (19,3%; 18,6%; 19,2%) e Agricoltura (5,3%; 5,2%; 4,8%).

Primo contratto
Il 28,8% dei diplomati nei tre anni scolastici ha ottenuto il primo contratto entro una fascia di tempo da tre a sei mesi dal conseguimento del titolo di studio; il 12,4% ha trovato un posto in meno di un mese; il 14,5% ha atteso più di un anno. Tra i primi contratti si conferma la prevalenza di quelli a tempo determinato: 41,2% nel 2013/2014; 41% nel 2014/2015; 42,7% nel 2015/2016.

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