TEST MEDICINA 2021, QUANDO INIZIARE A STUDIARE?

Manca ancora tanto al test di Medicina 2021, ma per una prova così difficile è già tempo di iniziare a studiare.

Il test di Medicina è solitamente composto da 12 domande di cultura generale, 10 domande di logica, 18 domande di biologia, 12 domande di chimica e 8 domande di fisica e matematica.

L’ufficialità sulla composizione del test d’ingresso Medicina si avrà soltanto dopo la pubblicazione del decreto da parte del Miur, che solitamente avviene a partire dal mese di aprile.

Quando iniziare a studiare per il test Medicina 2021?

Non è affatto prematuro iniziare a pensarci sin da ora. Anche se un anno sembra tantissimo per iniziare a prepararsi per il test di Medicina 2021, in realtà non è così, considerati gli argomenti complessi da studiare.

Di certo, le probabilità di superare un esame combattuto come quello per l’accesso a medicina aumenteranno nettamente grazie ad uno studio anticipato.

Inoltre, nella preparazione ai test di Medicina è importante non tralasciare alcun aspetto e combinare alla perfezione lo studio della teoria con l’esercitazione.

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Formazione non si occupa semplicemente di nozionistica ma fornisce la chiave di comprensione delle domande per arrivare alla risposta corretta!

DIDATTICA A DISTANZA: SENZA CONSUMARE GIGA

Gli studenti potranno seguire la didattica a distanza senza consumare il traffico dati degli abbonamenti ai telefoni cellulari, i “giga” come vengono comunemente definiti.

Tim, Vodafone e Wind Tre hanno accolto l’invito del Governo ed escluderanno le piattaforme di didattica a distanza indicate dal Ministero dell’Istruzione dal consumo di gigabyte previsto negli abbonamenti.

La richiesta dei ministri dell’Istruzione Lucia Azzolina, per le Pari opportunità e la famiglia Elena Bonetti, dello Sviluppo economico Stefano Patuanelli e per l’Innovazione tecnologica e la digitalizzazione Paola Pisano, serve ad agevolare i ragazzi nel seguire le lezioni da remoto.

Il Governo continuerà ad investire per dotare ogni istituto e ogni studente di tutti i dispositivi e gli strumenti necessari ad affrontare questa fase, affinché anche in futuro le scuole italiane possano fare tesoro di questa esperienza e possano avere mezzi e infrastrutture per essere al passo con i tempi e con le sfide che una società in continuo mutamento pone.

 

Università, Manfredi: l’emergenza può rappresentare un’opportunità

Il ministro dell’Università e della Ricerca, Gaetano Manfredi, ha dichiarato a Start, su Sky tg24, che nel periodo del completo lock-down il numero di laureati e di esami sostenuti è praticamente uguale a quello degli anni precedenti.

Nonostante un modello misto di didattica in presenza e a distanza contemporaneamente non ci sono stati cali dal punto di vista di esami o lauree.

Con la seconda ondata, nelle zone rosse la didattica sarà tutta a distanza ad eccezione di quelle che sono alcune attività obbligatorie, come la didattica nelle aree sanitarie e anche i laboratori obbligatori.

Nelle Regioni gialle ed arancioni ci sarà didattica in presenza solo per le matricole perché il ministro dell’Università insieme al Governo, hanno deciso di privilegiare i ragazzi che sono al primo anno e quindi hanno maggior bisogno della didattica in presenza.

Inoltre, secondo Manfredi, questa grande accelerazione sulla digitalizzazione e sull’uso delle tecnologie digitali può rappresentare per l’Italia una grande opportunità.

Scuole: le misure del nuovo DPCM

Le nuove misure per il contenimento della diffusione del COVID-19.

Il Ministero dell’Istruzione, nelle sue articolazioni centrali e territoriali, accompagnerà le Istituzioni scolastiche nell’attuazione delle nuove disposizioni. È prevista l’emanazione di un’apposita nota esplicativa.

Misure valide su tutto il territorio nazionale:

Nelle secondarie di secondo grado il 100% delle attività si svolgerà tramite il ricorso alla didattica digitale integrata. Resta salva la possibilità di svolgere attività in presenza per l’uso dei laboratori o per garantire l’effettiva inclusione scolastica degli alunni con disabilità e, in generale, con bisogni educativi speciali.

Nelle scuole dell’infanzia, in quelle del primo ciclo di istruzione (scuole primarie e secondarie di I grado) e nei servizi educativi per l’infanzia le attività didattiche continueranno a svolgersi in presenza, con uso obbligatorio di dispositivi di protezione delle vie respiratorie, fatta eccezione per i bambini di età inferiore ai 6 anni e per i soggetti con patologie o disabilità incompatibili con l’uso della mascherina.

Le riunioni degli organi collegiali potranno svolgersi solo a distanza. Il loro rinnovo, previsto in questo periodo, avverrà anch’esso a distanza, nel rispetto dei principi di segretezza e libertà nella partecipazione alle elezioni.

Restano sospesi i viaggi d’istruzione, le iniziative di scambio o gemellaggio, le visite guidate e le uscite didattiche, fatte salve le attività inerenti i percorsi per le competenze trasversali e per l’orientamento (PCTO).

Il Dpcm sospende “lo svolgimento delle prove preselettive e scritte delle procedure concorsuali pubbliche e private”.

Misure per i territori con scenari di maggiore gravità:

Nelle aree che dovessero essere caratterizzate da scenari di “elevata gravità e da un livello di rischio alto”, che saranno individuate con ordinanza del Ministro della Salute, per la scuola varranno le stesse misure previste a livello nazionale.

Il Dpcm prevede misure più restrittive per la scuola nelle aree che dovessero, invece, essere caratterizzate da uno scenario di “massima gravità e da un livello di rischio alto”. Queste aree dovranno sempre essere individuate con apposita ordinanza del Ministro della Salute.

Per la didattica, in caso di misure, più restrittive:

Resteranno in presenza la scuola dell’infanzia, i servizi educativi per l’infanzia, la primaria e il primo anno della scuola secondaria di primo grado. Le attività didattiche in tutti gli altri casi si svolgeranno esclusivamente con modalità a distanza.

Resta comunque salva la possibilità di svolgere attività in presenza qualora sia necessario l’uso di laboratori o per garantire l’effettiva inclusione scolastica degli alunni con disabilità e in generale con bisogni educativi speciali.

Le disposizioni del Decreto si applicano dalla data del 6 novembre 2020, in sostituzione di quelle del Dpcm del 24 ottobre 2020, e sono efficaci fino al 3 dicembre 2020.