Abolizione della Carta del Docente: la decisione nelle prossime ore.

L’abolizione della Carta del Docente è stata inserita a sorpresa nella Legge di Bilancio 2022, in discussione proprio in questi giorni. La volontà sarà quella di eliminare il provvedimento introdotto dal Governo Renzi diversi anni fa, allo scopo di sostenere l’aggiornamento professionale dei docenti con un sussidio economico che viene conferito una tantum ogni anno.

Secondo quanto previsto dalla Bozza della Legge di Bilancio in discussione, il Bonus Carta del Docente verrà quindi sostituito con un fondo per la valorizzazione della professione docente da 260 milioni di euro.

Nel corso di questi anni sono state molte le cause avviate per ampliare la platea dei beneficiari, poiché i docenti precari non vi rientravano. Tuttavia queste cause sembrerebbero non più necessarie visto che probabilmente la Carta Docente sarà abolita dal prossimo anno.

Al momento è quindi questa la proposta inserita nella bozza del decreto legge che sarà discusso nelle prossime ore dal governo. Anche qualora comparisse nel provvedimento finale del DL, l’abolizione della Carta Docente deve passare, come tutto il resto del provvedimento, dal vaglio del Parlamento per la trasformazione del decreto legge in legge dello Stato.

Se la norma venisse approvata quello conferito a settembre 2021 potrebbe essere l’ultimo Bonus ricevuto dagli insegnanti, infatti il sussidio viene conferito ai docenti ad inizio di ogni anno scolastico per consentire a questi ultimi di poter spendere le somme per l’aggiornamento professionale durante l’anno scolastico. Inoltre da circa 1 anno, il Ministero dell’Istruzione ha allargato anche l’elenco dei beni e servizi che potevano essere acquistati con il Bonus, aggiungendo anche tutto l’occorrente per la didattica a distanza a cui hanno dovuto ricorrere moltissimi docenti per via della chiusura delle scuole causa pandemia Covid-19.

Rientro a scuola: i risultati del piano vaccinale.

Dati incoraggianti emergono dalle prime settimane di scuola, in cui sembra che piano vaccinale stia dando i suoi frutti.
Infatti non si è registrato nessun aumento dei contagi dovuto alla riapertura delle scuole.

A dichiarare i nuovi dati relativi ai contagi nelle scuole è il direttore Prevenzione del ministero Salute Gianni Rezza  durante la conferenza stampa settimanale sulla condizione epidemiologica del Paese, e proprio in tale occasione Rezza afferma che la situazione nelle scuole per adesso non preoccupa.

Al momento la mascherina in classe è obbligatoria, ma l’obiettivo è quello di raggiungere il 90% di over 12 vaccinati, per poter magari dire anche un addio all’utilizzo delle mascherina.

Ciononostante i presidi lamentano che l’entrata a scuola ad orari scaglionati crea non pochi problemi nei confronti dei ragazzi e delle scuole stesse, che non sempre riescono a gestire al meglio questo passaggio.

Secondo i presidi la fascia oraria che crea maggiori problematiche è quella che va dalle 8:00 e alle 9:40, fascia oraria voluta dai prefetti ed adottata da molte scuole per evitare assembramenti. Su questa fascia oraria è intervenuta anche la Presidente dell’Associazione Nazionale Presidi del Lazio e preside del Liceo Newton di Roma Cristina Costarelli, che ha espresso anche lei diversi dubbi sulla funzionalità della fascia oraria delle 9:40, chiedendo una revisione della situazione odierna.

Studenti e presidi, insomma, stanno facendo fronte comune nel contestare l’organizzazione delle fasce orarie, puntando il dito in particolare sull’ingresso alle 9:40, che compromette gran parte del tempo pomeridiano dei ragazzi e rende difficile l’organizzazione delle lezioni.

Casi di positività a scuola: quali sono le direttive?

Ancora incerte le direttive nel caso in cui si verifichi la positività al Covid-19 di studenti o personale scolastico. Arrivano quindi le indicazioni dal Ministero, che si pose l’obiettivo di semplificare le procedure, grazie anche alla collaborazione del Dipartimento di Prevenzione.

Nel caso in cui si verifichi la positività di uno studente non è prevista quarantena per l’intera classe, ma sorveglianza con i test. Per quanto riguarda gli studenti delle scuole primarie e secondarie, se il risultato del test è negativo, potranno tornare in classe. Invece se dovesse capitare un secondo alunno positivo, coloro che sono vaccinati o negativizzati negli ultimi sei mesi potranno rientrare in classe e saranno “in sorveglianza con testing”, mentre per i non vaccinati scatta la quarantena.
Sarà invece messa in quarantena tutta la classe qualora si verifichino altri 2 casi positivi, quindi se tre studenti risulteranno contagiati.

Le stesse indicazioni valgono per  le scuole primarie e secondarie, anche in presenza di un caso positivo tra gli insegnanti o gli operatori scolastici.

Ovviamente anche gli insegnanti che hanno svolto lezione in presenza saranno sottoposti  sorveglianza con testing e il rientro a scuola dopo il risultato negativo del test.
In presenza di un ulteriore caso di positività oltre all’insegnante, per i vaccinati e per i negativizzati negli ultimi 6 mesi sarà prevista la sorveglianza con testing, per gli altri invece scatterà la quarantena. In presenza di due casi positivi oltre all’insegnate ci sarà la quarantena per tutta la classe.

Le disposizioni cambiano in presenza di un caso positivo all’interno dei servizi educativi per l’infanzia, poiché in quel caso scatterà per tutti una quarantena di 10 giorni (bambini 0-6 anni), mentre per gli educatori la quarantena potrà variare da 7 a 10 giorni sulla base delle indicazioni del ministero della Salute.

Nuovi fondi per la scuola pubblica italiana.

Per la scuola pubblica italiana in arrivo nuovi fondi per 5 miliardi di euro entro la fine del 2021, in questi giorni il Ministro dell’istruzione Bianchi ha illustrato come e quando verranno distribuiti questi nuovi fondi che verranno articolati in 5 differenti bandi che permetteranno poi la ridistribuzione delle risorse messo in campo per la scuola.

La Riforma degli istituti tecnico professionali, attuerà piani di rafforzamento all’innovazione grazie alla promozione del Piano nazionale Industria 4.0., mentre le riforme inerenti all’Orientamento, serviranno per accompagnare gli studenti nella scelta di un percorso di formazione adeguato.

Inoltre il Ministero si sta occupando dell’assegnazione di nuove risorse per oltre 17 miliardi, ripartiti nelle due grandi aree delle infrastrutture e del potenziamento delle competenze.

Il Ministro Bianchi annuncia che entro il mese di novembre 2021 saranno pronti  bandi per 5 miliardi, per sostenere la ripartenza del nostro Paese con bandi destinati ai Comuni in numerose aree di intervento:

  • 3 miliardi destinati a nuovi asili nido, aggiuntivi rispetto ai 700 milioni per progetti in essere e 900 milioni in conto corrente per sostenere gli enti nella gestione.
  • 800 milioni per la costruzione di scuole nuove, altamente sostenibili e adeguate a una didattica innovativa per gli studenti dei prossimi decenni.
  • Oltre 430.000 mq di nuove palestre per valorizzare le competenze legate all’attività motoria e sportiva, nonché aumentare l’offerta formativa oltre l’orario curricolare.400 milioni per la costruzione e riqualificazione degli spazi dedicati alle mense, potente strumento per favorire l’attivazione del tempo pieno e la limitazione della dispersione scolastica in vista della prossima definizione e pubblicazione si avvierà un confronto con i territori e i soggetti interessati.